OGM: lo scandalo “bt10″ di Syngenta

Posted by Marco Frattola on April 19, 2005
ambiente

La multa [1] è arrivata dopo che la Syngenta ha ammesso [2] che 150 kilometri quadrati di terreno sono stati accidentalmente seminati – tra il 2001 e il 2004 – con sementi di Bt10 (al posto di Bt11 [3]), una varietà il cui utilizzo non era autorizzato in produzione. [6]

Queste sementi, come se non bastasse, hanno varcato l’oceano e sono arrivate nell’UE, mostrando quanto siano deficitarie (per non dire assenti) le misure che consentano la tracciabilità degli OGM all’interno dell’Unione [5]. La Commissione UE per l’Ambiente è stata informata il 22 marzo 2005, dell’erronea distribuzione di Bt10; in seguito essa ha chiesto informazioni dettagliate all’autorità americane e al produttore Syngenta in merito a tale varietà di ogm.

Il produttore assicura che tale errore non ha ripercussioni sulla salute di eventuali consumatori di tale mais (le cui coltivazioni riconosciute negli Stati Uniti verranno comunque bruciate), resta il fatto che l’azienda non ha fornito [7] in tempi brevi all’UE un’adeguata documentazione né un efficace metodo di analisi per identificare il Bt10, oltre naturalmente alla lista dei Paesi nei quali questo mais è stato esportato.

Ma ecco il particolare più inquietante [8]:

Le centinaia di tonnellate di mais geneticamente modificato accidentalmente prodotto dalla Syngenta senza autorizzazione, contengono un gene che le conferisce la resistenza agli antibiotici.
Lo rivela un articolo apparso sulla rivista scientifica Nature di oggi. Contrariamente a quanto avevano assicurato in prima battuta i responsabili della multinazionale elvetica e quelli delle autorita’ sanitarie Usa, il mais prodotto accidentalmente, il Bt10, non sarebbe quindi del tutto identico a quello che invece aveva ricevuto l’autorizzazione, il Bt11.

Nel primo mais infatti i bioingegneri della Syngenta avrebbero introdotto una modifica determinante e considerata a rischio sia per la salute umana che per l’ambiente e cioe’ un gene (assente nel Bt11) che conferisce al mais la capacita’ di resistere alla ampicillina, un antibiotico molto diffuso.

La portavoce della Syngenta, Sarah Bull, ha pero’ assicurato che il gene si disattiva una volta che la pianta nata da sementi Ogm arriva a maturazione e produce a sua volta semi.

La pratica di utilizzare geni resistenti agli antibiotici e’ molto diffusa sprattutto nel momento in cui si devono sviluppare diverse varieta’ di piante Ogm.

Ma la mutazione deve essere rimossa prima che il prodotto geneticamente modificato abbia la possibilita’ di entrare nella catena alimentare.

La presenza di questo gene era gia’ nota anche al governo britannico.

[...]

Un dossier (costantemente aggiornato) sulla vicenda: Syngentas unaproved GM maize variety “bt10″ distributed world wide since 2001

Nel frattempo – il 15 aprile 2005 – la Commissione Europea ha approvato [9] una misura d’emergenza nella quale si specifica che le consegne di mais e granaglie dagli USA possono essere accettate solo se accompagnate da documentazione analitica, prodotta da un laboratorio accreditato, che attesti mediante un metodo verificabile, che il prodotto non contenga Bt10.

Riferimenti

Grazie ad Andrea Baroni per la segnalazione iniziale.

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